Il leprotto col prurito.

C’era un leprotto che una mattina si svegliò che prudeva tutto.

Gli prudeva il naso, e si dava una grattatina.

Gli prudeva la pancia, e si dava una grattatina.

 

Balzò a spasso per il bosco e incontrò una gallinella.

- Bongiorno, sora gallinella.

- Bongiorno, compar leprotto.

E si grattò il gomito.

- Compar leprotto, che fa? Prude?

- Prude, prude, sora gallinella.

- Eh, sarà che devi lavarti! Va' nel torrente.

Il leprotto si tuffò nel torrente, e si sfregò ben bene.

Ma quando uscì fece due passi e si grattò la schiena.

 

Passeggiando per il bosco, incontrò una volpe.

- Bongiorno, sora volpe.

- Bongiorno, compar leprotto.

E si grattò il fianco.

- Compar leprotto, che fa? Prude?

- Prude, prude, sora volpe.

- Eh, rotolati nel fango e impiastricciati ben bene; poi seccalo al sole, poi buttati nell'erba e sfregati forte, che quando sarai pulito non ti pruderà più!

Compar leprotto si rotolò nel fango, si mise al sole a seccare e si rotolò nel prato, e quando fu pulito gli venne tutto un prurito che grattò furioso a quattro zampe.

Lo vide un orso.

- Bongiorno compar leprotto, che fa? Prude?

- Bongiorno sior orso, prude! prude!

- Eh, mettiti al vento caldo quando il sole è a picco, e fatti rosolare un po'. Vedrai che non ti prude più!

Salì sul cocuzzo dove soffiava sempre il vento, a mezzodì, quando il sole batteva più forte, e stette fermo immobile a rosolarsi al vento. Finché cadde stecchito. E quando rinvenne gli prudeva l'orecchio.

 

Si rimise a spasso per il bosco e non salutò più nessuno.

Quando gli prudeva si dava una grattatina.

 

Passò un uomo che parlava con un altro uomo e disse:

- È un peccato che l'albero più bello di questo bosco lo stiano mangiando le formiche!

Il leprotto si preoccupò, perché tutti nel bosco amavano quell’albero.

E grattati qui, grattati là, corse fino all'albero nel mezzo del bosco.

Era vero, uno sciame largo e nero di formiche lo percorreva tutto.

Compar leprotto girò intorno all'albero, poi salì su un ramo, su un altro, e visitò tutta la grande chioma, finché scoprì cosa cercavano le formiche: in alto, quasi in cima, là dove il tronco diventava sottile, c'era una pietra aguzza piantata nella corteccia. Dalla ferita sgorgava la linfa, e le formiche sciamavano ghiotte a succhiarla.

Compar leprotto strappò via la pietra, e tamponò la ferita con un impacco di erbe. Poi scese giù, raccolse un gran mucchio di foglie fra le radici, e accese un fuoco. Il fumo denso e acre mise in fuga le formiche. E quando le fiamme si spensero, formiche non ce n'erano più.

Fu allora che compar leprotto s'accorse che il prurito gli era passato.

E la gallinella, che era venuta a curiosare per quel gran fumo, gli fece:

- Allora, compar leprotto, prude, prude ?

- Sora gallinella, non prude più!

E se ne andò per la sua strada.